La stazione osservativa
La stazione osservativa di Campo Imperatore, inaugurata nel 1965, si trova sull’omonimo altopiano in provincia de L’Aquila, a una quota di 2150 m s.l.m., ed è il più alto osservatorio professionale sul territorio italiano. La scelta del sito in quota risale al secondo dopoguerra, motivata dall’esistenza di infrastrutture (su tutte la funivia del Gran Sasso d’Italia) e dalla necessità di osservare un cielo che fosse il più buio possibile. Di fatto Campo Imperatore si trova spesso al di sopra dello strato di inversione termica atmosferico, quello dove si formano le nuvole: l’Osservatorio gode così di un cielo completamente sereno, mentre le nubi sottostanti schermano la luce artificiale delle valli limitrofe.
Le attività di ricerca sono iniziate con l’installazione del telescopio ottico Schmidt nei primi anni '60. In seguito, a partire dagli anni ‘90, con lo sviluppo dell’astronomia infrarossa, Campo Imperatore ha rappresentato un sito osservativo ideale, grazie alle basse temperature (soprattutto invernali) e alla ridotta umidità dell’aria, portando nel 1997 all’installazione di un secondo strumento: il telescopio AZT-24, l'unico dotato di camera infrarossa presente in Italia.
La stazione osservativa di Campo Imperatore è stata gestita per oltre cinquant’anni dall’Osservatorio Astronomico di Monte Porzio (Roma). Nel 2017, l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) ha deciso di superare la dicotomia storica di due osservatori astronomici in Abruzzo, a Teramo e a Campo Imperatore, unificando i due siti sotto un’unica struttura: l’Osservatorio Astronomico d’Abruzzo.
Attività scientifica
Negli ultimi decenni molti sono stati i programmi scientifici nazionali e internazionali in cui è stata coinvolta la stazione di Campo Imperatore, quali: il progetto SWIRT, dedicato alla ricerca e al monitoraggio di supernovae extragalattiche vicine nel vicino infrarosso; il programma CINEOS, incentrato sulla ricerca, lo studio e la caratterizzazione fisica di oggetti near-earth (NEO), piccoli corpi del Sistema Solare che si avvicinano o intersecano periodicamente l'orbita terrestre risultando potenzialmente pericolosi per il nostro pianeta; il progetto WEBT, una rete mondiale di telescopi ottici, infrarossi, di radiotelescopi e di satelliti operanti dall’ultravioletto ai raggi gamma dedicata allo studio dei cosiddetti nuclei galattici attivi (AGN), nuclei di galassie caratterizzati dalla presenza di buchi neri nel loro centro. Le attività legate ai primi due progetti di fatto proseguono tuttora.
I programmi di ricerca attualmente in corso sono mirati principalmente alla scoperta e al monitoraggio ottico e infrarosso dei transienti, cioè di nuove sorgenti oppure di oggetti la cui luminosità cambia improvvisamente e in modo spesso inaspettato. Il principale programma in tal senso è il Campo Imperatore Transients Observer (CITO), la cui attività è legata allo studio delle onde gravitazionali. La strumentazione di Campo Imperatore partecipa, inoltre, ai programmi di ricerca e monitoraggio di detriti spaziali (space debris, in inglese), fornendo dati utili a determinare la posizione e la traiettoria di frammenti di satelliti e lanciatori, più o meno grandi, che si rivelano di grande importanza quando c’è il rischio di ricaduta sulla superficie terrestre.
Strumentazione e aggiornamento tecnologico
La strumentazione è oggetto di un costante aggiornamento. A partire dal 2018 è stato avviato un progetto di gestione automatica delle osservazioni con i telescopi di Campo Imperatore. Campagne di osservazione automatica - in cui la strumentazione ha eseguito da sola una serie di osservazioni astronomiche, effettuando puntamenti con il telescopio e acquisendo immagini astronomiche - sono state eseguite con successo al telescopio Schmidt.
Un sostanziale rinnovamento della strumentazione infrarossa è in corso nell’ambito del Progetto “VITALITY”, finanziato con fondi specifici del Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il telescopio AZT24 sarà equipaggiato con un nuovo, moderno sensore infrarosso, assistito da un sistema di ottica adattiva che ne migliorerà decisamente le prestazioni. Le modalità di funzionamento della nuova strumentazione, caratterizzate dalla possibilità di acquisire sequenze di immagini molto ravvicinate (decine di immagini al secondo), offriranno inoltre la possibilità di sviluppare, sperimentare e mettere a punto tecniche di ricerca innovative, prime fra tutte quelle basate su algoritmi di Intelligenza Artificiale (AI).